14-10-2014_Emilio Alessandro Manzotti_romanzoFRECCIA

Chi legge questo blog fin dall’inizio, saprà che scrivo da molti anni, ma per tanto tempo si è trattato solo di una passione da coltivare privatamente e un’occasione per studiare – attraverso i manuali di scrittura creativa e le biografie di scrittori celebri – le tecniche di narrazione e di story telling.
Quando ho iniziato a pensare a Freccia, inizialmente l’idea era quella di raccontare una storia di giovani, inserendo in maniera romanzata elementi autobiografici, episodi vissuti da me quando avevo una ventina di anni, l’età dei protagonisti. Così ha preso forma un primo nucleo della storia. Ma via via che scrivevo, seguendo questa traccia, le idee per l’intreccio, l’ambientazione, i personaggi hanno iniziato a moltiplicarsi, e dalla mia fantasia è scaturito l’Universo Immaginario di Freccia: non più una semplice storia di giovani ambientata ai giorni nostri, ma una trama più complessa che prevedeva un secondo piano narrativo ambientato in una realtà soprannaturale, anzi due: l’Inferno e il Paradiso. Un Universo Immaginario pensato nei dettagli in cui si muovono personaggi le cui vicende si intrecciano con quelle dei protagonisti del mondo reale. Da quel momento è stato come se il romanzo in qualche modo prendesse vita da sé: dovevo scrivere ciò che angeli, diavoli, ragazzi e ragazze mi suggerivano, non più raccontare elementi autobiografici. Ho lavorato molto sul testo per eliminare tutto ciò che faceva parte del mio vissuto personale e che non aveva nulla a che fare coi personaggi che erano scaturiti dalla mia tastiera. A quel punto il romanzo aveva acquistato una sua personale identità che era svincolata da me. E ho capito che era venuto il momento di consegnarlo al lettore.