10-04-2015_Emilio Alessandro Manzotti_romanzo Freccia_scrivere i luoghi di una storia

Nel lavoro di progettazione di una storia vi è un elemento importante tanto quanto la costruzione dei personaggi di cui abbiamo parlato qualche settimana fa, e che ai personaggi è strettamente legato: la scelta e creazione dei luoghi in cui si svolge la narrazione.
La descrizione degli spazi dove vivono i protagonisti, gli ambienti in cui si muovono e interagiscono, ha una funzione determinante nell’economia della storia perché grazie ad essa si forniscono importanti informazioni su di essi, si spiegano le loro azioni, o si esprimono in modo più chiaro i loro sentimenti. In altri casi la descrizione dei luoghi può avere una funzione simbolica e venire usata per esprimere meglio un’idea o un concetto in rapporto alla situazione narrativa e ai personaggi.
Nel primo capitolo del mio romanzo Freccia racconto lo smarrimento e la disperazione di un ragazzo che si trova improvvisamente catapultato in un luogo spaventoso che non appartiene al suo mondo abituale. Per farlo ho puntato molto sulla descrizione dell’ambiente che mi è servita per amplificare e trasmettere più efficacemente al lettore le emozioni di Freccia. Il lettore vede con gli occhi del protagonista e sperimenta direttamente le sue emozioni; in questo modo comprende meglio ciò che il ragazzo prova, ha un collegamento empatico con lui.
Allo stesso modo, quando ho descritto l’Inferno e il Paradiso, due dei luoghi in cui si svolge la mia storia, ho scelto di rappresentarli non dissimili dal mondo reale – anche se ho inserito elementi fantastici – perché volevo trasmettere il concetto che la “sostanza di cui siamo fatti” non cambia da un mondo all’altro, e quindi non cambiano nemmeno i mondi ultraterreni dove approdano e continuano ad esistere le nostre anime.
Per descrivere in modo efficace i luoghi occorre conoscerli. Ciò non significa che dobbiamo ambientare le nostre storie solo in luoghi in cui siamo stati, ma che dobbiamo avere una immagine precisa di essi.
Possiamo ambientare una storia in Norvegia senza esserci mai stati: basta effettuare accurate ricerche. E possiamo inventarci un luogo nato dalla nostra fantasia, come ha fatto ad esempio C.S. Lewis con “Le cronache di Narnia”, oppure George Martin con la saga de “Il trono di spade”.
L’importante è che abbiamo chiari i dettagli di questi luoghi prima di iniziare a scrivere. Un buon metodo è stilare – come già ho suggerito per la caratterizzazione dei personaggi – delle schede che raccolgano le informazioni salienti.
Infatti per rendere credibile la descrizione di un luogo, reale o inventato che sia, dobbiamo averne chiari tutti i dettagli: decideremo solo in fase di scrittura quali usare per lasciare spazio anche alla fantasia del lettore.
Infatti non è detto che sia necessario descrivere un luogo nei minimi particolari perché la narrazione sia efficace, a volte sono sufficienti pochi elementi per fare capire al lettore dove si sta muovendo il personaggio oppure in che stato d’animo si trova.
Faccio un esempio: stiamo scrivendo un thriller in cui il protagonista inseguito da un killer pericoloso vive attimi di terrore perché scivola sui sampietrini bagnati dalla pioggia battente, e per questo cade, rischiando di venire raggiunto e ucciso. In questo caso, durante la descrizione del luogo in cui si stanno muovendo i personaggi, il dettaglio dei sampietrini è un elemento che porta il lettore a identificarsi nella scena, e magari lui stesso a ricordare di aver “maledetto” i sampietrini a sua volta in una occasione in cui è inciampato o scivolato proprio come ora accade al protagonista. Questo crea pathos nel lettore.
Un ottimo suggerimento per trarre spunto sulla costruzione dell’ambientazione è la lettura dei noti romanzi di Harry Potter, in particolare il primo. Quando J.K.Rowling racconta la partenza di Harry e dei suoi amici per la Scuola di Hogwarts, dopo una veloce descrizione della confusione che regna alla stazione King’s Cross di Londra, si sofferma sulla caratterizzazione del binario 9 e ¾ che si rivelerà un elemento ricorrente e caratterizzante dell’intera storia. I romanzi della saga di Harry Potter sono una miniera di suggerimenti su come raccontare dei luoghi mischiando il mondo immaginario nato dalla fantasia e luoghi reali come appunto la stazione di King’s Cross, il Millenium Bridge e lo stesso Castello di Hogwarts.
Vorrei aggiungere un’ultima considerazione che vale non solo per i luoghi, ma anche per i personaggi e la trama. A volte, nonostante abbiamo fatto un lavoro di progettazione molto preciso, durante la scrittura la storia prende nuove strade che non avevamo previsto. In questo caso non sforziamoci di fare rientrare tutto negli schemi già stabiliti, ma lasciamoci guidare dalla storia stessa.